lunedì 20 gennaio 2014

Mine Fujiko to iu onna


Se come il sottoscritto siete nati negli anni '90 [niente battutacce su una posizione sessuale analoga, please], sicuramente sarete cresciuti con il cartone animato di Lupin III. Io non nascondo che il ladrp gentiluomo è stato uno dei miei show preferiti e che se dovessero mai ritrasmettere le sue avventure su Mediaset, me le riguarderei con estremo piacere.
Purtroppo però sembra che al mondo esista solo a unicamente Dragon Ball, quindi il mio desiderio sembra destinato a non realizzarsi proprio mai. Restano però i ricordi, oltre che ad una produzione nipponica di prodotti animati da rasentare la gastroscopia per l'eccesso che su può ricreare talune volte. Poi però ci sono casi come questo, anime che non ti dicono assolutamente nulla di nuovo, ma che però ti solleticano subito.
Gli episodi vertono su quelle che sono le classiche avventure del ladro gentiluomo più famoso del Giappone... solo che sono presentate dal punto di vista di Margot Fujiko. L'affascinante e prosperosa delinquentessa si millanterà in mille e passa imprese dagli esiti imprevedibili.
Già la lasciva intro ci fa dedurre quali saranno gli argomenti cardine della serie: avventura, tette, azione, tette, furti, tette, tesori, tette, umorismo, tette e... tette l'avevamo detto?
Ok, forse le scene di nudo ed ecchi non sono così tante, ma non posso negare che in più di un momento - cosa incredibile, data la mia grande passione verso la ghiandola mammaria - mi è venuto spontaneo chiedermi certe volte erano proprio necessarie. Il tutto non per fare il bacchettone, anche perché ammetto che con una protagonista simile e delle storie ambientate nella criminalità maschile le scelte sono poche, eppure in certi casi si sente una certa sovrabbondanza. Sovrabbondanza sia visiva che fisica, ovviamente. 
Ma per fortuna questo non basta per far affossare o rendere fastidiosa la visione della serie.
I personaggi che abbiamo tutti imparato ad amare ci sono tutti, da Lupin stesso, fino a Jigen o Goemon, ma gran parte dello spazio (se non narrativo, filosofico) va dato a Fujiko, ovviamente - anche se alcuni episodi sono dominati anche dai personaggi maschili. Le avventure sono di stampo classico, quindi se amavate la vecchia serie animata (alla quale collaborò un ancora sconosciuto Hayao Miyazaki prima di realizzare Il castello di Cagliostro) non rimarrete delusi. Certo, non aspettatevi dei capolavori della scrittura o dell'ingegno, perché tutte le ingenuità tipiche del genere ci sono e in certi episodi sovrabbondano. Ma va detto che condensare in venti minuti delle avventure che negli ultimi anni, fra Nolan e tizi vari sono state ampliate fino agli eccessi, non è affatto semplice. Qui lo staff degli sceneggiatori quindi fa un ottimo lavoro, cercando di non strafare mai, ma forse stando troppo orientati su un vecchio modo di intendere l'animazione e la narrazione in generale, rapportandosi in maniera un po' datata a questi Anni Zero.
La qualità tecnica comunque è ineccepibile. le animazioni non vanno mai sotto una certa media, facebdo dedurre che dai vecchi episodi che guardavamo da piccirilli sono passati un bel po' di decadi, e la colorazione è così nitida e appariscente che rende quasi doveroso il doversi munire tecnologicamente per poterlo gustare in alta definizione. Tutto questo lavoro qualitativamente altissimo fa intendere una passione disumana verso un brand classico che ha saputo fare storia, e che viene quindi rappresentato col dovuto sfarzo.
Lascia un po' straniti invece il chara, che presenta delle labili (ma sempre notabilissime) differenza da quello originale che in un paio di momenti mi hanno infastidito. Ma non conta, il mio è un giudizio puramente fanboyano e quindi va preso con le pinze, anche perché non è la fedeltà al tratto a rendere bello un prodotto di animazione. Comunque presenta dei lineamenti molto sporchi che danno un che di vecchio alle scene, creando un efficace contrasto retrò con tutto il resto, realizzato ovviamente con le tecnologie più all'avanguardia.
Per concludere, quindi, questo Mine Fujiko to iu onna non è un capolavoro imperdibile di serie, ma nemmeno vuole esserlo. Ma se cercate un divertimento intelligente che vi ricorsi che avete ancora due neuroni funzionanti e che potete usarli, fa al caso vostro.
E poi, volete dire di no a una ladra così bella?

2 commenti:

  1. Ad un passo dal capolavoro, almeno per me.
    Sicuramente troppo ambizioso, altrettanto sicuramente con un paio di episodi a dir poco MEH, ma rivedere finalmente riportati su schermo il character design "grezzo" di quel gran porco di Monkey Punch, le sue storyline sconclusionate e, finalmente, un Jigen degno del suo nome mi hanno praticamente commossa!

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    1. Che dire, inizialmente aveva commosso anche me XD però a questi personaggi si è troppo legati per essere totalmente obiettivi.

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Ragazzi, commenti e giudizi fanno sempre piacere, ma ricordatevi di non lasciare a casa l'educazione :) e se offendete, fatelo con garbo <3